Sposala e muori per lei: Uomini veri per donne senza paura by Costanza Miriano

Sposala e muori per lei: Uomini veri per donne senza paura by Costanza Miriano

autore:Costanza Miriano [Miriano, Costanza]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Women, Family & Relationships, General, Humor, Topic, Marriage & Family, Marriage & Long Term Relationships
ISBN: 9788845499241
Google: kS-Mlb25HWsC
editore: Sonzogno
pubblicato: 2012-09-17T22:00:00+00:00


Si, lo voglio, ma... che hai detto?

ovvero

Vale la pena sposarsi

Adesso che ci penso, che sia io a dare consigli su come dire agli uomini di sposarsi è poco credibile, ma ormai è tardi per dirlo alla casa editrice. Non so come fare, a questo punto.

Dovrei svelare che io al mio, di marito, ho teso una sorta di agguato, organizzandogli un matrimonio distratto, un po' sottinteso. È vero, gli ho dato appuntamento in una chiesetta e, sì, è vero, avevamo fatto il corso prematrimoniale. Forse lui da questi due elementi avrebbe potuto anche sospettare qualcosa, ma per il resto - invitati, lista, vestiti, viaggio - ho scelto un profilo così basso (per dire, le bomboniere le ha cotte in forno mia sorella) che era difficile mettersi in agitazione.

Quella mattina, tra pochissime persone, facendo la vaga ho cominciato a porgli domande tipo: «Vuoi andare a sciare? Vuoi che Jeff Buckley abbia il posto che si merita nella storia della musica? Vuoi tu prendermi in sposa?

Vuoi che la Roma vinca lo scudetto?» «Sì, ok, lo voglio... qual era la penultima che hai detto?».

Ho consultato un mio amico docente di diritto canonico e dice che comunque è valido. Me ne rallegro per i nostri quattro figli. Mio marito, invece, interpellato sull'argomento fa lo gnorri, e sostiene di non aver detto esattamente che mi avrebbe amata e onorata tutti ma proprio tutti i giorni della mia vita. Al limite qualcuno.

Io veramente mi ricordavo qualcosa tipo «finché morte non ci separi», ma lui sostiene di aver sentito torte. In quel caso saremmo nei guai, perché di torte in grado di separarci ne ho prodotte diverse nel corso degli anni: ammosciate al centro, dure, liquide, con la mela cruda e la pasta bruciata (nota per il servizio clienti della Cameo: non fate tanto gli spiritosi, perché io sono riuscita a sbagliare anche le vostre torte pronte da infornare).

Poi ho riguardato il libretto del rito del matrimonio, e no, «finché morte non ci separi» non l'ho detto davvero.

Effettivamente è la formula che usano i protestanti, e ci è rimasta in mente per via dei film (io dormo sempre ma al momento del sì il mio radar subcosciente mi fa aprire gli occhi).

Comunque sia, diciamo la verità, ho il serio sospetto che sia solo a parole che mio marito non si sbilancia.

D'altra parte le parole sono il mezzo espressivo da lui meno utilizzato, leggermente dopo il codice morse, i segnali luminosi e le bandiere del linguaggio del mare. In realtà lui c'è, per me e per i figli, concretamente, saldamente, come una roccia che non ha molto bisogno di agitarsi né di parlare tanto, basta che ci sia. E lui c'è sempre. C'è da quel giorno in cui ci siamo sposati, da quando la grazia del sacramento è deflagrata nella nostra vita, facendo nuove tutte le cose.

Già, perché il sacramento ha una potenza che noi non possiamo neanche immaginare, a volte segreta e nascosta; può agire in un modo che forse solo quando avremo raggiunto la nostra patria eterna capiremo, un modo potentissimo che però ha bisogno di partire dal sì della nostra libertà.



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